Situato nel centro storico di Mirano, il complesso architettonico dei Molini di Sotto è un opificio dismesso, che si affaccia sull’antistante bacino delle barche.

Verso la fine del XIX secolo, in questa zona venne eretto un complesso edilizio di tipo industriale, il cui funzionamento era consentito e garantito dalla meccanica dei molini. Ciò fu reso possibile grazie alla differenza del livello d’acqua del fiume Muson (quasi tre metri) tra i due bacini (Molini di Sopra e Molini di sotto).

Conosciuto fin da allora come la “porta est” della città, il bacino del Molini di Sotto rappresenta un accesso per coloro che giungevano da Venezia a Mirano, al tempo importante snodo commerciale per la Serenissima.

Il Bacino, originatosi naturalmente per effetto del salto d’acqua a valle delle chiuse sul fiume e della conseguente erosione delle sponde, venne ampliato e scavato per consentire l’attracco e la manovra dei burci, che risalivano il fiume per scaricare le granaglie destinate alla macinazione nei Molini, caricare farine, altre derrate e materiale per l’edilizia, soprattutto mattoni, prodotti nelle fornaci di Mirano.

Nel 1938 la Società Anonima Oleffici e Molini Adriatici, con sede in Venezia, fu autorizzata ad ampliare l’impianto preesistente per la spremitura di semi oleosi, mediante l’installazione di tre presse continue Breda e tre presse idrauliche Biolchi Pagnoni.

I Molini di Sotto funzionarono fino agli anni ’60 del secolo scorso, per la macina dei cereali e come frantoio.

I Molini di Mirano, citati fin da antichissimi documenti sin dall’anno 1000 d.C., assolsero ad importante funzione economica fino al secondo dopoguerra.

Credits
Foto a cura di Luigi Fardella