Nel 1500, per volere della famiglia Bollani, iniziò la costruzione di una della più antiche case padronali di Mirano: Villa Belvedere. Configurandosi come uno degli esempi meglio riusciti di connubio tra architettura e natura costruita, la villa sorse sulle fondamenta di un’azienda agricola che, a quei tempi, gestiva alcuni mulini lungo vari corsi d’acqua della zona, fra cui il Muson. Il complesso passò, in un secondo momento ai Molin e Lucrezia Molin Memmo diede alla dimora l’aspetto con cui la conosciamo oggi. La villa passò, poi, agli Erizzo e, nel 1824, fu eredita da Vincenzo Paolo Barzizza che costruì le scuderie e gli annessi, ma, più di ogni altra cosa, risistemò il parco. Quando Barzizza decedette senza lasciare eredi, la villa passò al suo amministratore: Testa. Negli anni ’50, la villa venne convertita in segheria il che provocò gravi danni al complesso: la barchessa fu convertita in deposito di legnami, mentre il laghetto a sud fu adibito ad allevamento di nutrie. Nel 1969, in seguito al fallimento della segheria, villa Belvedere fu acquisita dal Comune di Mirano. Coadiuvato dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici ed Ambientali del Veneto orientale, l’ente ha riportato il complesso al suo antico splendore. Oggi, la villa ospita alcuni uffici comunali, la barchessa è stata adibita a Teatro e il giardino è divenuto parco pubblico. All’interno del parco, spicca il Castelletto del Belvedere, una falsa rovina di gusto romantico costituito da una torre ottagonale, da una piccola fortificazione volutamente diroccata e da una grotta-sotterraneo comunicante, in parte, con un laghetto artificiale. Credits Foto a cura di Luigi Fardella